sabato 24 maggio 2008

Francia: classi miste addio?

La notizia, l’abbiamo letta su “Nuova Agenzia Radicale”, dove se ne parla come di un salto verso il passato, foriero di “segregazione”, “discriminazione” ecc.
Evidentemente c’è ancora chi confonde (ad arte?) il significato di queste parole che non sono affatto sinonimi di “separazione”.
Evidentemente c’è ancora qualcuno che difende l’attuale modello di scuola mista senza conoscere i danni che ha prodotto l’ingenua speranza che la cosiddetta “coeducazione” si sarebbe realizzata automaticamente col semplice mettere insieme ragazzi e ragazze.

“Ma il danno ormai è fatto”, ci si rammarica nell’articolo. E il “danno” sapete qual è? Il fatto che un breve comma di una legge renderebbe possibile ''l'organizzazione di insegnamenti per gruppi di studenti in funzione del loro sesso''. Cosa, evidentemente, assai perniciosa e disdicevole.
La notizia, non l’abbiamo verificata, ma ne parliamo perché nello stesso articolo si precisa che questa previsione – che di fatto tutela la libertà di educazione – costituisce “un adeguamento del diritto francese a direttive europee”. A questo punto ci viene il dubbio che il “passato” (se non altro in Europa) è proprio quella scuola mista che – in modo ben poco democratico – qualcuno vuole tenere fuori da ogni sereno confronto sulla base di dati oggettivi, come quelli raccolti per esempio nel documentato volume Maschi e femmine a scuola. Le differenze di genere in educazione (S.E.I., Torino, 2007).

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