venerdì 2 maggio 2008

Bullismo, disagio scolastico e scuola monogenere

La scuola di Palermo nella quale una professoressa e il vice preside sarebbero stati malmenati, non sembra essere il caso più “difficile” in città, ma certamente è tra quelli che richiedono una particolare attenzione.
Tra le possibili soluzioni ne segnaliamo una: formare classi distinte per alunni e per alunne.
Ovviamente devono essere d’accordo insegnanti, genitori e alunni, perché tutti devono partecipare liberamente all’esperimento.
La proposta ha dei precedenti. Negli Stati Uniti è stato pubblicato un libro di Cristina Hoff Sommers, The War Against Boys. How Misguided Feminism Is Harming Our Young Men, molto documentato, nel quale si riferisce di una scuola il cui preside voleva provare a recuperare gli alunni maschi “a rischio di bocciatura”.

Dopo averlo concordato col corpo docente all’inizio del nuovo anno scolastico i ragazzi in questione (per lo più neri, ispanici, o alunni con situazioni familiari particolari ecc.) sono stati riuniti nella medesima classe. Si puntava sul fatto che un’educazione omogenea per sesso offre numerosi vantaggi. La classe è stata affidata ad un insegnante motivato, abbastanza giovane, il quale in poche settimane si è conquistato la stima di quelle “pesti”, facendone un gruppo molto unito. In pochi mesi i ragazzi hanno cominciato ad impegnarsi come non avevano mai fatto nei 5 anni precedenti. Alla fine dell’anno scolastico quella è risultata la migliore “sesta” classe della scuola.
Cosa sia avvenuto negli anni successivi, sarebbe interessante verificarlo, ma un dato sembra evidente: a parità di capacità di docenti e di alunni, e pur in presenza di un disagio sociale, culturale e familiare negli alunni, un’educazione impartita in ambiente omogeneo per sesso ha dato risposte tendenzialmente migliori rispetto a quelle ottenute da un’educazione impartita in classi miste.
Poichè i buoni risultati delle scuole single-sex sono documentati ormai in tutto il mondo, sarebbe il caso di provare a percorre questa strada anche in Italia. Certo, bisognerebbe mettere in discussione l’attuale monopolio del modello di scuola mista. Ma forse si potrebbe iniziare da casi, come quello della scuola palermitana, nei quali è abbastanza evidente che il sistema attuale non riesce ad incidere adeguatamente.

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